Avrò chiuso la porta di casa? Cadere in preda al disturbo Ossessivo Compulsivo

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By: | Tags: , , | Comments: 0 | Dicembre 4th, 2015

Vi è mai capitato di non essere sicuri di aver fatto una cosa e di ritornare indietro a controllare se effettivamente avete eseguito quell’azione? Forse un’esperienza del genere capita a tutti, talvolta in maniera legittima. Tuttavia, quando questo comportamento comincia ad essere ricorrente, allora possiamo cominciare a parlare di disturbo ossessivo compulsivo. I comportamenti compulsivi più ricorrenti sono quelli di controllare ripetute volte (anche cinque, dieci o venti volte) se la porta di casa o dell’auto siano state chiuse a chiave correttamente, facendo girare più e più volte la serratura, oppure di accertarsi ripetutamente, uscendo da casa, che il gas sia stato chiuso, o ancora, se sia stato spento l’interruttore della corrente, piuttosto che lavarsi le mani più e più volte, senza essere mai sicuri che siano effettivamente pulite o lavare continuamente la casa, con la convinzione che non sia mai pulita abbastanza. Nella persona con disturbo ossessivo compulsivo, possiamo individuare le ossessioni, ovvero dei pensieri ricorrenti che fanno entrare continuamente in dubbio circa la correttezza di un’azione eseguita, e le compulsioni, ovvero il bisogno di reiterare taluni comportamenti, come quelli sopra descritti. Di solito, la persona con tale disturbo, ha un’insicurezza di base che la costringe a pensare di non aver eseguito correttamente una determinata azione (pensieri ossessivi) e, di conseguenza, a ripetere l’azione stessa (compulsioni). La differenza tra una persona insicura e la persona con disturbo ossessivo compulsivo, è che la prima ha un’insicurezza generalizzata a buona parte della sua personalità, mentre la seconda ha delle forti insicurezze focalizzate prevalentemente su taluni comportamenti. Inoltre, su certi elementi della sua personalità, la persona con disturbo ossessivo compulsivo presenta un io molto severo, che tende a fare scattare un forte senso di colpa o di dovere rispetto a certe situazioni. Così la persona si sente obbligata a ripetere sempre la medesima azione, al fine di fare un disperato tentativo di espiare il senso di colpa. Chi è preda di un disturbo ossessivo compulsivo, talvolta tende a coinvolgere nel suo disturbo le persone che lo circondano, specialmente i familiari. Ad esempio, se il disturbo è centrato sulla pulizia della casa, la persona tende a far mantenere la pulizia anche a tutti gli altri, pena una forte irritabilità e rabbia. Proprio per questo, nei casi più gravi, oltre ad un supporto di tipo farmacologico (a base di antidepressivi), in psicoterapia vengono coinvolti anche i familiari. La psicoterapia del disturbo ossessivo compulsivo verte in due direzioni: da un lato, tramite delle tecniche cognitivo – comportamentali, si cerca di fare abbandonare alla persona le “cattive abitudini” compulsive, dall’altro, si lavora sullo scioglimento di taluni conflitti che hanno determinato lo sviluppo di un io severo, che poi si manifesta negli atteggiamenti ossessivo – compulsivi.

Fabio Settipani - MioDottore.it