Osservate questo dipinto di Magritte. Un uomo, visto di spalle, si osserva allo specchio e non vede il suo volto, ma le sue stesse spalle. In basso a destra, il libro fantastico di Edgard Allan Poe, “Le avventure di Gordon Pym”, si riflette normalmente nello specchio. Un dipinto che lascia spiazzati per il suo carattere surreale. Il titolo del dipinto, Riproduzione Vietata. Cosa è vietato per Magritte nell’essere umano? Vedersi in un solo volto. Infatti, l’uomo viene non-riflesso dallo specchio in virtù delle sue molteplici facce, della multidimensionalità dell’Io che crea la personalità. La rappresentazione dell’Io plurimo del soggetto è vietata dalle regole della morale, della giustizia, del senso comune. Come sarebbe possibile raffigurare un Io plurimo, dalle tante sfaccettature? È come se, nel suo dipinto, l’autore volesse dirci provocatoriamente: siete proprio sicuri di poter dire “io sono fatto così?” Ogni uomo sente la necessità di trovare un equilibrio e darsi una certa coerenza, ma gli elementi che “decidiamo” di far prevalere in noi non sono gli unici, ne possediamo anche altri, più o meno sotterranei, che continuano ad esistere dentro di noi, anche opposti a quelli che mostriamo agli altri e, talvolta, anche a noi stessi. Il dipinto vuole anche farci riflettere sul fatto che non possiamo conoscerci semplicemente guardandoci davanti ad uno specchio, bensì facendo esperienza dell’Altro e degli altri, che consente all’Io di sperimentare un continuo “altrove”. Allora l’Io non è statico, fisso, come il libro che nel dipinto si rispecchia perfettamente, anche se contiene una storia di fantasia; l’Io è dinamico ed ha la peculiarità di poter ritrovarsi e riconoscersi in un altro e in un altrove. La staticità dell’Io, il suo percepirsi in maniera cristallizzata, è patologia, è nevrosi. Un Io dinamico, che si apre all’altro e che sa andare oltre, è un Io sano, ma è anche un Io che riconosce la sua multidimensionalità e la sua multifattorialità, un Io che sa rendersi relativo, che sa mettersi in discussione, un Io che non ha un solo volto, ma tanti. Allora risulta impossibile rappresentare la totalità degli Io che compongono una personalità e per questo Magritte non può dipingere il volto, unico, della persona. Ognuno di noi non ha un solo volto, ma tanti. Il volto, insieme alla “normale” immagine speculare, sono considerati per eccellenza il luogo dell’identità umana, la sede dell’Io. L’assenza di un volto e di un’immagine speculare “normale” precludono la presenza di un’Io assolutamente dato all’interno del dipinto. Nel dipinto ci troviamo quindi di fronte ad una negazione dell’Io in quanto elemento statico, ma possiamo ipotizzare la sua presenza in una situazione dinamica che prenda in considerazione più luoghi e non solo lo spazio che vediamo. L’osservazione della Riproduzione Vietata può darci la possibilità di andare oltre la faccia che vediamo di noi stessi allo specchio e di aprirci al mondo delle possibilità, della continua ricerca interiore, ricerca che si compie anche tramite l’incontro con l’altro che è fuori e dentro di noi, ricerca e vissuto dell’oltre che ogni Io ha la possibilità intrinseca di esperire.