La zona più misteriosa della nostra mente è certamente l’inconscio. Possiamo raffigurare il rapporto tra la nostra parte cosciente ed il nostro inconscio tramite un iceberg, in cui la coscienza, ovvero tutto ciò di cui siamo consapevoli su noi stessi, è la zona emersa, mentre l’inconscio, ovvero quella enorme zona della personalità di cui non siamo consapevoli, ma che agisce ugualmente in maniera sotterranea, è quella grande montagna sommersa, molto più grande rispetto alla punta emersa dell’iceberg. Cosa c’è nell’inconscio? Come funziona? Anche se avremmo bisogno di uno spazio maggiore per un approfondimento, possiamo provare ad individuarne gli elementi salienti. In generale, possiamo dire che nell’inconscio ci sta tutto ciò che vorremmo essere e che non riusciamo ad essere, quindi, pensieri, emozioni, sentimenti, desideri, passioni. Spesso, questi elementi stanno nell’inconscio e non possono avere libero accesso alla coscienza in quanto il nostro io, fin dalla prima infanzia, influenzato dagli altri, dalle norme più o meno flessibili, dalla cultura, dai costumi sociali, da determinati traumi, si crea una sua identità in cui ci può essere spazio solo per alcuni elementi e non per altri. Qualsiasi bambino sano è molto vitale e giocoso, ma se cresce all’interno di un ambiente severo e punitivo, dove c’è poco spazio per il gioco, lo scherzo, il sorriso, con molta probabilità comincerà ad interpretare la sua vitalità e le sue libere emozioni, come degli elementi negativi di sé; per sentirsi accettato dalla famiglia sarà costretto ad assumere i comportamenti consentiti e metterà a tacere quegli elementi vitali che lo contraddistinguono. Addirittura, potrebbe cominciare a vivere con senso di colpa tutto ciò che di allegro e goliardico possa avvenire nella sua vita. Tuttavia, questi elementi vitali non vanno persi, ma rimossi dalla coscienza e relegati nell’inconscio. Le nostre forze più naturali, sane, vivide, stanno proprio nell’inconscio e quando tendono ad essere troppo inibite dalla nostra coscienza noi stiamo male, proprio perché non diamo ascolto agli elementi fondativi di noi stessi. Spesso la nostra coscienza si crea degli alibi per mantenere lo status quo, cercando di dimostrare che il cambiamento non sia possibile. Tuttavia, questi alibi spesso sono dei meccanismi di difesa che tendono a mantenere immutata la nostra identità, che può rischiare di assumere un’impostazione troppo rigida. Se non ci sentiamo abbastanza felici nella nostra vita quotidiana, molto probabilmente abbiamo messo delle barriere troppo grandi tra la nostra coscienza ed il nostro inconscio. Se non si riesce da soli ad ascoltare i consigli provenienti dalla voce più interiore di sé, un supporto psicoterapico può aiutare a fare una migliore chiarezza ed avviare un sano percorso di cambiamento. Fabio Settipani Psicologo – Psicoterapeuta